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Barindelli e Girometti

Mostra temporanea delle opere dei due artisti contemporanei di propietà dell’Associazione Museo d’Arte e Scienza.

Con questa mostra il MAS inaugura una nuova iniziativa, atta a valorizzare le opere e gli artisti della sua collezione d’arte contemporanea, frutto di acquisizioni e donazioni.

Durante questi anni il Museo d’Arte e Scienza ha ospitato mostre personali e collettive di artisti italiani e stranieri che sono, in alcuni casi, diventati appuntamenti fissi del nostro palinsesto culturale. Questo ci ha dato modo di conoscere artisti nuovi, dare spazio a giovani esordienti e consolidare rapporti importanti. Di queste esperienze ci restano tanti ricordi e diverse opere d’arte frutto di acquisizioni e di donazioni che vanno oggi a costituire una vera e propria collezione d’arte contemporanea privata che intendiamo ampliare e valorizzare.

Il primo passo è stato pubblicare l’intera collezione sul nostro sito www.museoartescienza.com come una sorta di memoria storica, consultabile da tutti, degli eventi e degli artisti che hanno contribuito alla realizzazione di questa raccolta.

Il nuovo passo è quello di dedicare alle nostre opere la visibilità che meritano con mostre temporanee di uno o più artisti che ne raccontino la storia.

Maggio 2024 diventa la data della prima di queste piccole mostre temporanee.

E abbiamo voluto iniziare questa “serie” con Fiorenzo Barindelli, che fu il primo artista della nostra collezione (novembre 2012), e con William Girometti, la più recente acquisizione, risalente a marzo 2024.

Due artisti lombardi di altissimo livello.

BARINDELLI Fiorenzo (1952 – 2013)

Nasce a Cesano Maderno, il 29 Febbraio 1952.
Architetto, artista, e noto collezionista da “Guinness” di orologi Swatch, dipinge le sue prime opere ad olio negli anni’70, stimolato dall’amicizia con il pittore Roberto Villa.
Nel 2005 apre “Open Art Studio”, un laboratorio creativo dove si dedica alla ricerca ed all’esecuzione delle proprie opere. Prosegue il percorso della “Optical Art”, dove giocose geometrie sublimate dall’estasi del colore riempiono, seguendo precise architetture, le tele che sembrano dotate di una propria luminosità.

Nel corso degli anni, sviluppa una riconosciuta attività artistica internazionale.

Nel 2007 partecipa alla 52esima edizione della Biennale di Venezia, in eventi collaterali. Sempre nel corso dello stesso anno, effettua un’importante personale presso la sede UBS di Manno-Lugano, e espone presso la CVB Gallery di New York. La pubblicazione “Shanghai Artist” gli dedica un servizio, ed è inserito nel “Catalogo d’Arte Moderna” edito da Giorgio Mondadori, appare sull’Art Diary International e nell’Enciclopedia D’Arte Italiana.

Le sue opere sono state esposte in mostre collettive ad Abu-Dhabi, Basilea, Buenos Aires, Bolzano, Copenaghen, Dubai, Firenze, Kuala-Lampur, Helsinki, Istanbul, Madrid, Milano, Montevideo, Napoli, Pechino, Roma ed in molte altre città. È presente nel museo civico “Parisi Valle” di Maccagno (Va).

Nel 2010, una sua opera è collocata nell’Art Hotel Navigli di Milano, in una prestigiosa collezione di dipinti e sculture di arte contemporanea, che ne impreziosisce gli ambienti.

GIROMETTI William (1924 – 1998)

A Milano, sua città natale, trascorse l’infanzia e la prima giovinezza, e si avvicinò all’Accademia di Brera negli anni della seconda guerra mondiale. Terminata la guerra, viaggiò e soggiornò in altre città italiane; a Ferrara nel 1954 conobbe la donna che diversi anni più tardi sarebbe diventata sua moglie.

Sempre a Ferrara, in particolare a Pontelagoscuro, nei primi anni cinquanta entrò in contatto con un gruppo di giovani pittori, fra cui Tito Salomoni, con i quali instaurò un rapporto di profonda amicizia e che lo incoraggiarono a fare della pittura la propria professione. Inizialmente, infatti, si era dedicato alla scultura, che non abbandonò del tutto fino alla fine degli anni sessanta. Sul finire degli anni cinquanta trascorse un periodo di studio e lavoro in Francia, Svizzera, Austria, Germania, Danimarca e Svezia, per poi tornare in Italia dividendosi tra Milano e Ferrara. In particolare, a Milano espose più volte nelle rassegne della Permanente.

Negli anni sessanta iniziò la produzione, destinata a diventare copiosa, di composizioni, di trompe-l’œil e di ritratti, che gli venne per lo più commissionata da privati e mercanti d’arte; stabilitosi infine a Bologna con la moglie, nel 1971 iniziò a gettare le basi per il proprio percorso surrealistico, pur continuando a produrre opere più tradizionali su richiesta. Nel 1973, con la mostra inaugurata il 24 novembre presso la galleria d’arte “Il Collezionista” di Bologna, iniziò a presentare opere di genere surrealista-metafisico in una serie di esposizioni in Italia e all’estero, sia personali che collettive, che gli fruttarono premi, riconoscimenti e recensioni su giornali, riviste, cataloghi specializzati, programmi radiofonici e televisivi italiani ed europei.

Le prime opere di genere surrealistico erano ispirate dalla realtà circostante, incentrate su temi filosofici ed ecologici, oppure dedicate a musicisti e letterati. Anche i ritratti acquisirono una chiave surreale.

Se come scultore aveva prediletto la creta, come pittore compose per la maggior parte quadri ad olio su tela o su tavola, affiancati da qualche pastello e rare tempere. Verso la fine degli anni settanta inventò una propria particolare tecnica di grafica della cui esecuzione rimase unico conoscitore. Negli ultimi anni si dedicò allo studio del vetro e sperimentò nuove realizzazioni estetiche di temi costanti. Pochi mesi prima di morire venne gratificato da una retrospettiva a lui interamente dedicata, organizzata dall’Università e dal Comune di Bologna.

La mostra sarà visitabile fino a fine maggio. Per informazioni scrivere a info@museoartescienza.com

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